Gruppo Famiglie

Sintesi del lavoro delle famiglie della Parrocchia San Francesco d’Assisi sui “Lineamenta” per la XIV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi , 4-25 ottobre 2015.

  • Le circa trenta coppie del nostro gruppo parrocchiale di famiglie si sono riunite a gruppi di due o tre, mettendo poi insieme in riunione plenaria le risposte alle domande sulle tre parti dei “Lineamenta”. Nel constatare la lodevole apertura della Chiesa che emerge dai lineamenta di questo Sinodo sono emerse le seguenti riflessioni e sottolineature che si è cercato di raggruppare per temi omogenei.
  1. Il compito educativo della Chiesa
  • Si sente urgente l’esigenza di pensare una sistematica educazione all’affettività nelle parrocchie, fin dall’adolescenza, senza aspettare i “corsi per fidanzati”, ma anche un’educazione dei genitori, educatori primi dei propri figli, perché capiscano la responsabilità dell’essere genitori cristiani.
  • Occorrono interventi educativi per l’approfondimento della conoscenza di sé e dell’affettività in una logica di discernimento vocazionale. Sarebbe opportuno che anche durante l’ora di religione cattolica nelle scuole venisse sempre meglio spiegata la visione cristiana del rapporto uomo-donna e dell’affettività. Si deve constatare in questo senso una grande ignoranza su tutto ciò che la Sacra Scrittura e più in generale la Chiesa insegna riguardo l’amore umano e la sessualità. Sono tardi a morire banali pregiudizi come quello ad esempio che ogni atto coniugale debba essere vissuto in vista del concepimento. In generale l’atteggiamento della Chiesa viene erroneamente percepito molto rigido e severo. Anche i cristiani stessi spesso ignorano il grande tesoro di testimonianza di amore nuziale racchiuso nella Bibbia.
  • Si fa un po’ fatica a capire il perché dell’esclusione dai sacramenti proprio di chi, a causa di una separazione e/o divorzio subiti, maggiormente avrebbe bisogno del supporto della Grazia di Cristo. Per certi aspetti risulta anche non totalmente comprensibile il nesso profondo tra sacramento e relazione sponsale uomo-donna, perché cioè la relazione coniugale debba necessariamente essere associata a un sacramento. Tuttavia la vita cristiana non deve essere concepita solo come partecipazione all’Eucaristia;
  1. Il ruolo attivo della famiglia nel compito educativo della Chiesa.
  • Si sente la necessità di accompagnare i primi anni della vita matrimoniale, i più belli ma anche i più difficili; si potrebbe realizzare una sorta di accompagnamento delle giovani coppie da parte di coppie più mature, una specie di tutoraggio. In generale le famiglie cristiane devono assumersi la responsabilità di testimoniare la bellezza e la potenza del Grazia di Cristo che si ricevono nel Sacramento del matrimonio.
  • Le famiglie poi non devono rinchiudersi nelle loro associazioni o parrocchie,
    contribuendo a dare l’idea di una Chiesa trincerata in se stessa, ma devono
    essere aperte a tutte quelle situazioni familiari “irregolari” in cui le persone si
    sentono emarginate ed escluse dalla comunione ecclesiale, essere cioè più vicini
    alle persone separate, divorziate, camminando nella fede insieme con questi.;
    questo anche al fine di non perdere il contatto pastorale con i figli di queste
    famiglie che per un “effetto domino” potrebbero ereditare un certo senso di
    esclusione ed emarginazione.
  • Proprio le coppie potrebbero essere interpreti di un atteggiamento pastorale di
    molta accoglienza e misericordia attraverso anche una corretta spiegazione di
    ciò che la Chiesa insegna e del perché , ad esempio, certe situazioni familiari
    sono da considerarsi irregolari;
  1. Situazioni di fragilità
  • Molto difficile resta coniugare le esigenze del lavoro con quelle della famiglia,
    perché non esiste molta sensibilità “culturale” nei confronti della famiglia, a
    volte nemmeno tra i parenti. Anche a livello politico – sociale urgono delle
    scelte a favore della famiglia, non solo in senso economico ma anche favorendo
    flessibilità del tempo di lavoro, ad esempio i part-time, soprattutto per le
    donne.
  • La Chiesa deve essere vicina alle persone svantaggiate, alle famiglie con
    handicap al suo interno; la la Chiesa deve aiutare i giovani a uscire dalla logica
    della provvisorietà. Molte coppie desiderano avere figli ma è bene facilitare la
    procedura per l’adozione, anche per evitare fra l’altro il ricorso a fecondazioni
    in vitro;
  • Si sente la mancanza di un consultorio diocesano cattolico per le difficoltà delle
    famiglie;
  1. Il compito dei pastori
  • Non sempre si ha l’impressione che i pastori d’anime siano sufficientemente
    formati sulle problematiche familiari. Ad esempio essi dovrebbero aver cura di
    spiegare bene ciò che insegna la Chiesa, mostrando un atteggiamento sereno e
    accogliente verso le situazioni irregolari, continuando ad annunciare parole di
    verità e di speranza.
  • Essi dovrebbero anche esortare alla valorizzazione del tempo trascorso tra le
    mura domestiche.
    Pesaro, 1 marzo 2015: Il Parroco, redattore della sintesi
    Fra Damiano Angelucci