A) I CAPPUCCINI A PESARO
1° insediamento
I Cappuccini, nati e distintisi dai Francescani Osservanti e Conventuali nel 1525, vennero a Pesaro nel 1559 in numero di sei religiosi e si stabilirono in una casa sulla sinistra del fiume Foglia, in una possessione detta di S. Giorgio sita nella zona denominata al presente Soria.
Questa prima sede, di cui faceva parte la piccola chiesa, intitolata a S. Giorgio, appartenente ai beni delle Monache del Corpus Domini – molto più tardi sarà detta dei Cappuccini Vecchi – era stata uno dei tre romitori (oratori) fondati dal Beato Cecco (1270-1350) sul S. Bartolo; poi fu patronato dei Signori di Pesaro che, sul finire del secolo XV, la conferirono a fra’ Giovan Battista dell’Ordine del Beato Pietro da Pisa. Alla morte di questi, Giovanni Sforza, l’11 gennaio 1504, la concesse ai Gerolamini e, nel 1559, il Duca Guidubaldo II Della Rovere l’assegnò ai Cappuccini. Lo stesso Duca Guidubaldo, nel 1573, cercò e scelse per loro il Colle San Bartolo, a pochi metri dall’attuale monastero delle Servite, per costruirvi un piccolo convento su terreno ricevuto in dono dai Signori Hondedei, adoperando il materiale ricavato dalle fondamenta di un palazzo in demolizione della Comunità ben disposta nei confronti dei Cappuccini. Il. Convento e chiesa furono ultimati per la Pasqua del 1576. I Cappuccini vi restarono fino al 1656, anno in cui detti Religiosi si trasferirono all’interno della città; Poco dopo, dalla parte opposta della strada, fu fabbricata la piccola chiesuola della B. V. dei Cappuccini, quella ancora esistente, contigua al convento delle Monache Servite che la officiarono fino al 3 ottobre 1964.
2° insediamento
Lasciato quel luogo, perché esposto alle scorrerie dei Turchi e insalubre, i Cappuccini vennero in città e si insediarono vicino a Porta Sale, in una casa posta sulla muraglia, verso l’attuale Via Castelfidardo, senza trovarvi una sede adatta. Nel 1656, grazie al Legato Pontificio Cardinale Luigi Hondedei (Homodei), ottennero dal Granduca di Toscana, marito della erede della Casa Roveresca, la spaziosa rimessa delle carrozze ducali situata nella zona detta Porta Collina, e con questa un largo spazio di terreno che certa Clarice Fonsechi aveva lasciato alla Compagnia del Santissimo Sacramento con l’obbligo di consegnarlo ai Padri Cappuccini, se fossero tornati nell’ambito cittadino. Qui sorse il nuovo convento con propria chiesa, dedicata a “Santa Maria della Concezione” o “Immacolata Concezione” (“nuova”, per distinguerla dalla chiesa della SS.ma Concezione sita in via Galligarie); la prima pietra fu posta il 15 dicembre 1656 da Cristina, Regina di Svezia, alla presenza del Legato Pontificio sopra nominato, del Vescovo Gian Francesco Passionei, del Vice Legato Mons. Giuseppe Lascaris, nonché dell’Ill.mo Magistrato e di tutta la Nobiltà. Ai Padri Cappuccini nel 1659, venne concesso anche il terreno all’interno della cinta muraria della città da Porta Collina fino al baluardo del Ponte Rimini
3° insediamento:
In seguito alla raggiunta unità d’Italia e all’indemaniamento del 1860 da parte del Governo Italiano, a norma dei decreti emanati dal commissaio straordinario delle Marche Lorenzo Valerio, i Padri Cappuccini dovettero lasciare nel 1866 il convento e la chiesa della SS.ma Concezione per ottemperare alla volontà della Giunta Comunale decisa ad edificare in quello stesso sito l’Ospedale “S. Salvatore”. Per questo furono costretti a vivere in una casa in Via Passeri. Visti inutili i tentativi di recuperare le loro proprietà, acquistarono dalla Famiglia Albani un terreno presso via Miralfiore, fuori Porta Collina, nell’attuale Via Cardinal Massaia, dove eressero un nuovo convento e una nuova chiesa. Il primo fu completato nel 1891, mentre la chiesa, costruita in stile gotico-lombardo su disegno del cappuccino fra’ Angelo da Cassano d’Adda. Ovviamente in essa sono state trasferite le pregevoli opere pittoriche e lignee del ‘600 che abbellivano la chiesa della SS.ma Concezione: il coro in noce, le varie pale d’altare con le rispettive tele del bolognese Francesco Mola, del fiammingo Luigi Gentile e di Nicolò Berettoni di Macerata Feltria. Fu inaugurata e consacrata il 21 settembre 1897 dal Vescovo Mons. Carlo Bonaiuti ed il giorno stesso della consacrazione ne fu messa a prova la stabilità da una forte scossa di terremoto che non causò alcun danno.
B) LA PARROCCHIA “SAN FRANCESCO D’ASSISI”
La chiesa dei PP. Cappuccini fu elevata al grado di parrocchia nel 1911. Il Vescovo Mons. Paolo Tei, cappuccino e predicatore apostolico, viste le difficoltà per la popolazione locale di raggiungere la sede parrocchiale di S. Pietro in Calibano da cui dipendeva, chiese ai Cappuccini di accettare l’onere di parrocchia, mettendo a disposizione la loro chiesa. Dopo tre giorni di discussione. I Cappuccini diedero il loro assenso ed il Vescovo, con bolla del l6 luglio 1911 la eresse a parrocchia, affidandone il governo al loro Ordine. La parrocchia fu riconosciuta giuridicamente il 27 luglio 1987; raggiungerà la definitiva linea di confine nel 1992.
Il primo parroco, P. Serafino da Castelnuovo, prese possesso il 27 agosto 1911, coadiuvato dal cappellano P. Pacifico da S. Severino. Il territorio fu stralciato dalla parrocchia di S. Pietro in Calibano per quattro quinti e per un quinto dalla parrocchia di Santa Maria di Loreto. Chiesa e casa parrocchiale furono erette destinando ad esse convento e chiesa dei Padri Cappuccini. Il primo parroco, durante il suo mandato (1911-1936), eseguì lavori importanti: primo fra tutti quello della costruzione di un salone parrocchiale che fu inaugurato il 26 maggio 1912. Allo stesso Parroco si deve l’istituzione dell’Asilo Parrocchiale di Borgo Pantano (1923), ancora oggi in attività, nonché la celebrazione del 1° Congresso Eucaristico Parrocchiale (15-29 aprile 1928), preceduto da un corso di Missioni al popolo e organizzato dal Superiore del Convento P. Eugenio da Potenza Picena. A lui si devono il nuovo pavimento della chiesa (1927), la nicchia in ceramica della Madonna “Auxilium Christianorum” (1928), e il battistero in noce (1933).
P. Serafino morì l’8 settembre 1936 e gli successe P. Giovanni da Piobbico, che resse la parrocchia nei difficili anni della guerra. Durante il passaggio del fronte bellico (1944), la chiesa ed il convento rischiarono di saltare in aria, perché i tedeschi in ritirata volevano far esplodere tonnellate di tritolo nei sotterranei, ma ne furono impediti da un misterioso allagamento dei sotterranei stessi, verificatosi al termine di un accorato triduo alla Madonna “Auxilium Christianorum”. Tre giorni dopo, i tedeschi si erano ritirati ed i sotterranei erano liberi ed asciutti!
Terzo parroco fu P. Illuminato Settembri da Loro Piceno, il quale, nel dicembre 1945, pose la prima pietra per la costruzione della Casa del Fanciullo che, purtroppo per difficoltà finanziarie, dovette sopportare un lungo periodo di stasi, tanto che fu inaugurata da Mons. Gaetano Michetti solo il 13 gennaio 1973, grazie all’impegno di P. Evaristo Subissati.
Nel settembre 1954 fu nominato parroco P. Bernardo Gabrielli da Offida che organizzò la Piccola Missione per i ragazzi e la Settimana del Vangelo e provvide a far installare il nuovo organo, le nuove campane per la chiesa, il monumento all’Immacolata sul sagrato e il campo di basket in via Rossi. Nell’anno 1964, nacque, grazie ai due vice parroci P. Valerio Grazioli e P. Fabio Ottaviani, il minifestival di canzoni inedite per bambini, affermatosi col nome di Grillo d’Oro, una manifestazione canora a livello parrocchiale, che poi, col passare degli anni, è andata sempre più crescendo fino a diventare Festa Nazionale del Maestro, nella cui circostanza veniva assegnato a maestri meritevoli – segnalati da alunni e genitori e scelti da una giuria – il “Cuore d’Oro”. Detta manifestazione cesserà la sua attività nel 1988 con la cessione della festa all’Antoniano di Bologna che, d’accordo con la RAI, la inserirà nel “Sabato dello Zecchino”. Negli anni ‘60 la parrocchia raggiunse il più alto numero di anime, 11.315 con 3.059 famiglie, per cui il Vescovo Luigi Carlo Borromeo pensò allo smembramento: dopo la creazione delle nuove parrocchie nella periferia della città (Villa S. Martino, S. Paolo e Cattabrighe), l’8 dicembre 1965 eresse quella di S. Carlo Borromeo, a cui venne ceduto grande parte del territorio.
A P. Bernardo da Offida successe nel 1967 P. Evaristo Subissati da Barchi, che resse la parrocchia con molto dinamismo, avvalendosi sempre dei due vice parroci, P. Valerio e P. Fabio. A quest’ultimo assegnò la cura della Cappella “S. Famiglia”, sorta nel 1969, in via Luigi Boccherini (zona Villa S. Martino), sfruttando un’ampia sala a pian terreno concessa in affitto dalla famiglia Francolini, riuscendo in tal modo ad offrire celebrazioni eucaristiche ai fedeli di quel quartiere. Questa resterà attiva fino al 1° luglio 1992, allorché le famiglie residenti oltre Via Ponchielli – per disposizione dell’Ordinario Diocesano Mons. Michetti – saranno destinate alla Parrocchia di S. Martino Vescovo. P. Evaristo portò a compimento la Casa del Fanciullo – inaugurata il 13 gennaio 1973 -, ove trasferì gli uffici parrocchiali, per dar modo alla comunità di avere servizi più centrali e alla gioventù di incontrarsi e usufruire di spazi per le attività spirituali e sportive: in questo periodo nacque la squadra di basket della Lupo ed i ragazzi della parrocchia parteciparono a Roma alla fase finale dei “Giochi della Gioventù”, vincendo la medaglia d’oro. P. Evaristo è ricordato per la celebrazione del 2° Congresso Eucaristico della Parrocchia dei Cappuccini (19 settembre – 3 ottobre 1971). A P. Evaristo si deve il restauro della pala d’altare maggiore rappresentante l’Immacolata Concezione dipinta dal pittore bolognese Francesco Mola. Sotto la direzione delle Belle Arti di Urbino e con il contributo della Regione Marche, il restauratore Nino Pieri l’ha riportata alla sua purezza originale, anche se alcune parti risultano mancanti, essendo la tela molto rovinata.
Nominato P. Evaristo Ministro Provinciale, il Capitolo dei PP. Cappuccini delle Marche nel luglio 1982, inviò a sostituirlo P. Valerio Grazioli, già vice parroco dal 1961 al 1979. Nell’ottobre 1982 si è costituito anche nella nostra parrocchia il gruppo “P. Pio”, con oltre 100 fedeli iscritti. Scopo del gruppo fu l’animazione della preghiera del 1° Venerdì del mese con annessa l’Adorazione Eucaristica per la comunità parrocchiale. Intanto, al termine dell’anno scolastico 1982-83, le Suore Maestre Pie Venerini, per mancanza di vocazioni, chiusero la loro Casa che da 50 anni avevano all’interno dell’Asilo Parrocchiale, pur continuando a reggere l’asilo dalla sede di Via XI Febbraio fino al 1° settembre 1985, allorché venne gestito dai responsabili parrocchiali, i quali ne diedero la direzione alla Sig.ra Adria Sani Filippucci, che si avvalse delle Maestre Paola Poluzzi e Patrizia Marchetti. Fu P. Valerio a volere la Missione Parrocchiale, svoltasi dal 18 novembre al 16 dicembre 1984 e giudicata molto benefica alla vita spirituale della nostra popolazione. Nel giugno del 1985, dopo lunga preparazione da parte di un comitato di 20 persone, venne istituita la Festa di Pantano ‘85, nata come “esigenza di incontro e di unità dopo la Missione parrocchiale”. Si deve a P. Valerio l’idea di usufruire della struttura di Via Gai (ex asilo), rimasta inutilizzata dall’anno scolastico 1972-73, per farne un Centro parrocchiale. Vennero effettuati lavori di ristrutturazione e così si arrivò alla cerimonia di inaugurazione nel pomeriggio di domenica 7 ottobre 1990. Nel marzo 1991, venne istituito un centro di solidarietà, denominato Casa Nazareth. Essa aveva 15 posti letto che venivano concessi a persone in attesa di sistemazione per non oltre quindici giorni. Essa operò per circa sette anni e mezzo con grande spirito di amore, solidarietà e sacrificio grazie all’impegno di tanti parrocchiani. Chiuse i battenti a fine ottobre 1998 essendo in vendita la Casa del Fanciullo. Continuò invece la sua attività per altri anni il “Magazzino della Solidarietà” che, istituito nel 1994 con lo scopo di raccogliere e distribuire indumenti nuovi (o quasi) e generi alimentari alle persone bisognose, soprattutto extracomunitari, ha rilevato segni evidenti di carità cristiana. Nel 2004 il Magazzino della Solidarità è stato trasferito da Via Mancini nel centro storico di Pesaro, prima in Via Fattori e poi in via Mazzini al civico 46 dove si trova attualmente, gestito da volontari della nostra parrocchia.
A P. Valerio, l’11 settembre 1994, subentrò P. Alberto D’Antonio che diede incremento ai vari gruppi parrocchiali: giovani coppie, cellule di evangelizzazione, Masci, Gen, Scout, Ministri dell’Eucaristia, A. C., ecc., oltre a sostenere le varie opere istituite da P. Valerio (Nazareth, Magazzino della solidarietà, Mese di Maggio per le vie, ecc.). Intanto nel 1995 per la Parrocchia iniziò un quinquennio di vita spirituale e vocazionale, grazie alle numerose celebrazioni effettuate nell’ambito del Processo Diocesano per la beatificazione di P. Giuseppe Bocci, cappuccino (1885-1974), vissuto nel nostro convento dal settembre 1928 alla morte. La salma del Servo di Dio, dopo ricognizione e ricollocazione in una nuova urna, venne traslata dal Cimitero Centrale e tumulata nella prima cappella di destra della nostra chiesa parrocchiale, ove era stato allestito un decoroso altarino con lapide e busto del Padre. Il processo, che ha raccolto la deposizione di 122 testi, si è chiuso nella festosa atmosfera del Grande Giubileo del 2000 il 25 novembre 2000 in cattedrale, con una concelebrazione presieduta dall’Arcivescovo Angelo Bagnasco, assistito da una trentina di sacerdoti, fra diocesani e religiosi. P. Alberto, da tempo convinto della necessità di togliere dalla strada e dai bar i ragazzi, si adoperò per realizzare un oratorio parrocchiale. Nell’arco di un triennio, dopo discussioni, confronti e proposte, si decise di scegliere come sede il lato Nord-Ovest del convento in Via Cardinal Massaia, ove si sarebbero dovuto trasferire anche gli uffici parrocchiali. Dopo avervi trasferito gli uffici parrocchiali da Via Gai, il Vescovo Angelo Bagnasco, il 22 novembre 1998, benedisse ed inaugurò sia l’Oratorio sia i nuovi Uffici parrocchiali. Così si realizzò un sogno tanto vagheggiato, quello di offrire ai parrocchiani un Oratorio sotto il diretto controllo dei responsabili parrocchiali, dotato di diverse aule, una palestra, un campetto polivalente per calcio, pallacanestro, wolley, tennis, rotellistica…. Altri lavori importanti furono effettuati da P. Alberto: nell’ottobre 2002, venne ristrutturata ed insonorizzata la palestra; nel 2003 si ebbe l’installazione di 16 vetrate istoriate, sistemate nei finestroni circolari della chiesa, intonate al “Cantico delle creature” di S. Francesco d’Assisi. Infine, dopo la ristrutturazione ed il ripristino dei locali di Via Gai ad Asilo Parrocchiale, P. Alberto D’Antonio ebbe anche la soddisfazione di partecipare alla sua inaugurazione, che avvenne il 19 settembre 2004; esso è stato intitolato Asilo “Borgo Pantano”, sostituendo quello di “Rito Selvaggi”, così denominato da quando era stato trasferito in Via Mancini – Casa del Fanciullo.
Dal mese di Ottobre del 2004 ha ricoperto il ruolo di Parroco P. Fabio Ottaviani, già viceparroco della parrocchia negli anni 1970 – 1985, coadiuvato prima da P. Ferdinando Montesi in qualità di Vice-Parroco fino al 2009 e da P. Giansante Lenti poi fino al Settembre 2013.
Dal 1° ottobre 2013 è Parroco P. Damiano Angelucci e come Vice-Parroco è rimasto P. Giansante Lenti fino all’ottobre 2014. Da novembre 2014 P. Giansante è stato trasferito al Convento di Jesi come parroco. A Pesaro quindi è stato trasferito P. Marcello Montanari con le mansioni di Vice-Parroco.
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